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mercoledì 8 giugno 2011

XI secolo, In Inghilterra : Eilmer di Malmesbury



Eilmer di Malmesbury
Fu un monaco benedettino vissuto nell’Inghilterra del sec. XI, e si crede che nascesse intorno al 980-985. Visse nell’Abbazia di Malmesbury, dove studiò matematica e astrologia. Si dice che in gioventù fosse rimasto affascinato dal mito di Dedalo e Icaro, e che lo prendesse la smania di riuscire a volare.
Così il giovane monaco costruì un aliante e saltò dal campanile dell’Abbazia (si ritiene tra il 1002 ed il 1010), riuscendo a percorrere nell’aria 180 – 200 metri, prima d’atterrare.





Dopo il volo, Eilmer ridisegnò il suo aliante, ma l’Abate di Malmesbury non gli permise di compiere altri tentativi, affinché non rischiasse la vita.


Per effettuare la manovra di discesa contro vento, utilizzando sia quest'ultimo che la gravità, Eilmer utilizzò un apparato simile in qualche modo ad un uccello veleggiante. Comunque, non potendo bilanciarsi in avanti ed indietro, come fa un uccello con piccoli movimenti delle ali, della testa e delle zampe, egli avrebbe dovuto avere un'ampia coda per mantenere l'equilibrio. Egli non avrebbe potuto realizzare in ogni caso un vero e proprio volo, ma avrebbe potuto atterrare con maggior sicurezza se avesse avuto un'ampia coda. Successivamente egli mise l'accento sul fatto che la causa della sua caduta fosse stata quella di «… aver dimenticato di munirsi di una coda.»







Vetrata commemorativa del volo di Eilmer nell’Abbazia di Malmesbury.

IX secolo, Nella Spagna islamica: Abbas Ibn Firnas




Nella Spagna islamica, durante il Califfato di Cordova degli Omayyadi, furono effettuati diversi tentativi di volo dal pensatore e inventore arabo Abbas Ibn Firnas, con l'appoggio dell'Emiro Abd ar-Rahman II. Nel 852, Ibn Firnas fece un gruppo di ali con panni irrigiditi da una struttura in legno. Con questo apparato, simile a un ombrello, saltò giù dal minareto della Grande Moschea a Cordova. Non potendo volare, il suo congegno rallentò la caduta, e se la cavò con lesioni minori. Il suo apparecchio oggi è considerato un prototipo del moderno paracadute.

Venticinque anni dopo, all'età di 65 anni, si dice che Ibn Firnas volò dalla collina Jabal Al'arus impiegando un rudimentale veleggiatore. Sebbene sia riuscito ad "atterrare nuovamente nel posto dove era partito", cadde e rimase ferito. Secondo alcuni critici contemporanei, l'incidente fu causato dalla mancanza di un timone di coda, anche se l'unica fonte che lo riporta è del XVII secolo.


venerdì 27 maggio 2011

IV secolo A.C., In Cina: tra Lanterne volanti e Aquiloni











Per i cinesi, la lanterna Kongming viene considerata, in base alle loro credenze popolari, il primo pallone ad aria calda, che si presume sia stato inventato dal pensatore e stratega militare Zhuge Liang il cui nome cerimoniale era proprio Kongming. Furono sviluppate all'inizio del III secolo a.C. come palloni di segnalazione sia per uso bellico che per uso civile. Queste erano molto semplici da costruire, a ogni lampada ad olio venivano installata sotto una grande sacca di carta, e la sacca fluttuava nell'aria a causa dell'aria scaldata dalla lampada. Oggi le lanterne volanti sono entrate nella consuetudine di cerimonie e festival in Cina e non solo; infatti la tradizione popolare cinese attribuisce, alle lanterne volanti, il compito di innalzare al cielo le preghiere che vengono scritte sulle lanterne stesse e per questo un altro nome di questo oggetto è proprio “lanterna dei desideri”.
Tutt’altro che un semplice oggetto ludico, l’aquilone attraversa  la storia cinese legandosi profondamente con le tradizioni e la filosofia di questo popolo. La sua invenzione, viene attribuita al filosofo Mozi che, nel IV secolo a.C., ne realizzò uno in legno, capace di volare per brevi tratti, denominato poi muyuan (aquilone di legno). In seguito la tecnica si perfeziona: la struttura passa ad essere realizzata con il più morbido e flessibile bambù mentre per le ali sono utilizzati stoffa o carta di riso. Nasce così un nuovo tipo di aquilone denominato zhiyuan(aquilone di carta) molto simile a quelli attuali.


L’utilizzo degli aquiloni, fino alla dinastia Tang (618-907 d.C.), è riservato quasi esclusivamente ad ambiti militari con lo scopo di trasmettere messaggi o ottenere informazioni facendo volare i soldati stessi, come in una specie di deltaplano.




È solo con le successive dinastie Song (960 -1279) e Ming (1368-1644) che l’aquilone diventa un passatempo, dapprima riservato alla corte imperiale e poi gradualmente esteso al popolo. L’aquilone cinese ha conquistato il mondo anticipando addirittura il moderno aeroplano, come ricorda anche una targa esposta al museo dell’aeronautica di Washington:
"The earliest aircraft are the kites and missiles of China".

martedì 3 maggio 2011

IV secolo A.C, Nella Grecia antica



Il sogno del volo è illustrato nei miti in tutto il mondo. I primi tentativi di volare spesso si basarono sull'idea di imitare gli uccelli, come in Dedalo costruendo le sue ali con penne e cera. Tentativi di costruire ali e saltare dall'alto delle torri continuarono fino al XVII secolo. 
Intorno al 400 a.C., Archita, filosofo, matematico, astronomo, uomo politico e stratega della Grecia Antica, si crede abbia disegnato e costruito il primo dispositivo volante basato su un modello a forma di uccello, e si afferma che abbia volato per circa 200 metri. Pare si trattasse d’una colomba di legno, vuota all’interno, riempita d’aria compressa, e fornita d’una valvola che permetteva apertura e chiusura, regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su un albero, la colomba volava di ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la fuoriuscita dell’aria ne provocava l’accensione; ma giunta ad un altro ramo, la valvola o si chiudeva da sé, o veniva chiusa da chi faceva agire i contappesi; e così di seguito, sino alla fuoriuscita totale dell’aria compressa. 

lunedì 2 maggio 2011

Aereopittura futurista



Tullio Crali, Incuneandosi sull'abitato, 1932.
Rottura con la prospettiva rinascimentale. I pittori stessi diventano aviatori

Articolo di Giornale



Giornale: La Stampa
Titolo: Decollo con il Grande Nibbio, L'aliante segreto di Leonardo
Data: Mercoledì 11 marzo 2009

domenica 1 maggio 2011

Copertina del Libro : '' Francesco Baracca una vita al volo. Guerra e privato di un mito dell'aviazione ''


Titolo: Francesco Baracca una vita al volo. Guerra e privato di un mito dell'aviazione.
Autori: Guerrini Irene, Pluviano Marco  
Editore: Gaspari
Data pubblicazione: 2000




Questo libro tratta la vita e il mito del più famoso pilota italiano.
Francesco Baracca combattè nella Prima guerra mondiale al servizio dell' Aereonautica Militare diventando una leggenda. Gli vengono attribuite ben 34 vittorie aeree.
Ricevette anche la Medaglia d'oro al valor militare.
L'insegna personale di Baracca, che l'asso faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli, era il famoso ''cavallino rampante'', emblema che la madre di Francesco donò ad Enzo Ferrari che con il quale, dopo averlo modificato nella posizione della coda e del colore dello sfondo, ora giallo, fece ornare le vetture della ditta che fondò subito dopo la seconda guerra mondiale: ancora oggi è il simbolo dell'omonima casa automobilistica.